L’effetto Straisand è l’effetto per cui cercare di nascondere qualcosa lo rende più visibile. Aziende e persone cadono continuamente in questo errore. In effetti, si chiama “effetto Streisand” proprio perché Barbara Streisand cadde nell’errore di cercare a tutti i costi di sopprimere un’informazione, finendo per ottenere il risultato opposto rispetto a quello desiderato: invece di nascondere il problema, involontariamente lo mise sotto il naso di tutti, e subì un danno nelle pubbliche relazioni come conseguenza.
Nel 2002 il fotografo Kenneth Adelman fotografò la costa californiana per documentare gli effetti dell’erosione costiera. Tra le 12000 fotografie pubblicate appariva anche la villa di Barbara Streisand a Malibù. Streisand pensò bene di denunciare il fotografo per violazione della privacy.
Prima di questo momento la fotografia della sua casa era stata scaricata dal sito del fotografo 6 volte, di cui 2 volte erano stati gli avvocati di Barbara Streisand. Dopo la denuncia di violazione della privacy, il sito fu visitato oltre 400.000 volte. La causa fu respinta e Streisand dovette pagare oltre 150000 dollari in spese legali.
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L’effetto Streisand è la conseguenza della curiosità umana
L’effetto Straisand avviene quando il tentativo di sopprimere un’informazione stimola la curiosità delle persone, che così attivamente vanno alla ricerca dell’informazione, diffondendola molto di più di quando non sarebbe avvenuto se non ci fosse stato alcun tentativo di soppressione e l’informazione fosse stata semplicemente ignorata.

Lo stesso effetto lo si nota applicato alla censura. Le persone sono attirate dai segreti e da ciò che è vietato. La logica è semplice: se una cosa viene vietata o viene tenuta segreta vuol dire che è importante, altrimenti nessuno sprecherebbe tempo ed energie per cercare di nasconderla!
Se vuoi essere certo di rendere un libro famoso: vietalo. Se vuoi essere certo che qualcuno andrà a cercare un’informazione: cerca di nasconderla.
L’effetto Streisand è contro intuitivo ed è molto difficile resistere alla tentazione di sopprimere un’informazione scomoda o errata, ma se non vuoi che le persone si accorgano di qualcosa la regola d’oro è non fare nulla che possa attirare l’attenzione.
La verità, o la giustizia, non protegge contro l’effetto Streisand
Potresti credere che una persona che cerca di sopprimere un’informazione incriminante o di censurare i media in fondo si merita che le sue azioni vengano esposte. Ma l’effetto Streisand è cieco e nulla ha a che vedere con la giustizia.

L’informazione che viene diffusa potrebbe essere non solo dannosa, ma anche falsa. Potrebbe essere stata diffusa da qualcuno che è stato male informato, qualcuno in cerca di fama o persino da qualcuno che di proposito vuole danneggiare la tua credibilità. Sembra allora giusto e normale voler sopprimere quell’informazione, visto che è falsa!
Ma l’effetto Streisand si applica sempre e il tentare di sopprimere un’informazione, e persino di rispondere a un’accusa, va sempre valutato tenendo presente il rischio che, attirando l’attenzione su quell’informazione o quell’accusa, molte più persone verranno a conoscenza di quelle informazioni e accuse, non importa se false.
È la ragione per cui molte aziende e celebrità di fronte a un’accusa rispondono “no comment”. Non è che non vogliono o non possono rispondere, semplicemente preferiscono evitare di attirare ulteriore attenzione su un’informazione dannosa, vera o falsa che sia.
Altri esempi dell’effetto Streisand
I tassisti di molte grandi città europee negli ultimi anni hanno organizzato proteste contro l’arrivo di Uber. Nonostante Uber fornisca un servizio chiaramente in diretta concorrenza con il sistema dei taxi tradizionale, fino ad allora Uber era perlopiù sconosciuto in Europa. La protesta dei tassisti però attirò l’attenzione della stampa e Uber ottenne una grande visibilità che non avrebbe ottenuto se la protesta non fosse mai avvenuta.

Come parte di una campagna pubblicitaria contro il contrabbando di ossa di leone in Sud Africa, Avaaz decise di affiggere cartelloni nell’aeroporto di Johannesburg. L’immagine sui cartelloni figurava una pistola puntata su un cucciolo di leone e il volto del presidente del paese Jacob Zuma con la scritta “Il presidente Zuma può salvarla.”
Le pubblicità furono rimosse dall’autorità aeroportuale nel timore di ricevere un danno nelle pubbliche relazioni. Ma questa mossa spinse Avaaz a spostare la lotta su un altro fronte: quello della libertà di espressione. Adesso stavano combattendo contro il bracconaggio e contro la censura. In un attimo, le immagini pubblicitarie erano su tutti i media nazionali. E nel momento in cui Avaaz decise di sporgere denuncia, non c’era nessuno nel paese che non avesse visto le immagini.
Come comportarsi?
L’effetto Streisand è la conferma che le pubbliche relazioni sono un’arte sottile e ogni situazione va valutata caso per caso. La cosa importante è non lasciarsi trascinare delle emozioni o da cattivi consiglieri.
Al di là della veridicità o meno delle informazioni che non vuoi siano diffuse, devi prima di tutto comprendere quali sono le motivazioni delle persone per capire come potrebbero contribuire o meno alla loro diffusione.
I media sono motivati dall’attenzione e difficilmente convincerai tutti i giornalisti a non parlare di una notizia succosa, anche se falsa. Il pubblico è curioso, come abbiamo visto, e verrà attirato da ogni notizia accusatoria, allarmante, imbarazzante o provocatoria. Ciò significa che una volta che media e pubblico prendono in mano una storia, questa evolverà al di là del tuo controllo, perché né i media né il pubblico sono fondamentalmente motivati dalla ricerca della verità. Se poi l’informazione è effettivamente vera, tanto peggio.
Quasi sempre la miglior difesa è resistere alla tentazione e non commentare. La notizia produrrà così il minor danno possibile.
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