Spesso non ci rendiamo conto di quanto poche cattive abitudini possono minare i nostri sforzi.
Le cattive abitudini sono subdole perché, essendo cose che facciamo in automatico da moltissimo tempo, non siamo consapevoli della loro esistenza.
Sono qualcosa di così piccolo e così quotidiano che non le notiamo neppure, non siamo spesso neanche consapevoli della loro esistenza. Ma se sommiamo ogni piccolo gesto il risultato è che le abitudini, buone o cattive che siano, hanno un’influenza fondamentale sulle nostre vite.

Spesso interi problemi esistenziali possono essere risolti rimuovendo una singola cattiva abitudine. Quella singola abitudine in sé potrebbe sembrare una cosa da nulla, ma l’effetto a cascata che deriva da quel piccolo cambiamento potrebbe modificare l’intero atteggiamento di una persona. Alcune abitudini fungono da “pietre angolari”; modificata quella che fa da chiave di volta, anche le altre cambieranno. Questa “pietra angolare” potrebbe essere fumare o controllare Facebook sul cellulare appena svegli al mattino o reagire a ogni problema lamentandosi.
Perché è difficile eliminare le cattive abitudini
La ragione per cui è così difficile eliminare una cattiva abitudine è che, anche nel momento in cui ci rendiamo conto di averla, non riusciamo a staccarcene.
Sappiamo che fumare fa male, ma non riusciamo a smettere; sappiamo che stiamo sprecando un sacco di tempo dietro ai social, ma è più forte di noi, ci rendiamo conto che dobbiamo prenderci la responsabilità per ciò che ci accade, ma cadiamo pur sempre nella tentazione di sfogare la nostra frustrazione lamentandoci.
Eliminare una cattiva abitudine significa modificare i meccanismi di stimolo-reazione automatici della nostra mente. Non basta essere consapevoli della loro esistenza, anche se questo è il primo passo, per cambiare abitudine dobbiamo attuare una sostituzione: stesso stimolo, ma diversa reazione.

Siamo nervosi? Invece di fumare una sigaretta infiliamo le scarpe da jogging e corriamo per dieci minuti. Vogliamo smettere di guardare il cellulare appena svegli? Lasciamolo in un’altra stanza la sera. Vogliamo essere più ottimisti? Quando stiamo per lamentarci cerchiamo invece una cosa su cui agire.
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Da dove arrivano le cattive abitudini?
Se vuoi acquisire buone abitudini, prima di tutto osserva le cattive abitudini da evitare.
Cerca di capire le ragioni di quelle cattive abitudini. Da dove sono saltate fuori? Se la tua mente le ha create c’è un motivo. Non sono arrivate dal nulla.
Prima identifica una cattiva abitudine, che è già un passo importante. Poi chiediti perché ti comporti così. Questa non è la ricerca di scusanti, ma della radice del problema. Quella cattiva abitudine ti è stata insegnata? È la reazione di una situazione passata, che poteva andare bene allora, ma che adesso che la situazione è cambiata ti danneggia? Che cosa stai cercando di ottenere quando cadi nella tentazione di fare qualcosa che sai essere dannosa per te?
La tua mente vuole qualcosa, non fa mai nulla per nulla. Una volta che pensi di aver trovato la ragione per cui indulgi in quella cattiva abitudine, sostituiscila con una buona abitudine che riesca a dare alla tua mente ciò che sta cercando.
I meccanismi delle buone e delle cattive abitudini
Le abitudini hanno solitamente un “trigger” al quale reagiamo in un certo modo. Se la nostra reazione ci porta benessere immediato, allora tenderemo a ripetere quella reazione ogni volta che il trigger si ripresenterà. Così formiamo le abitudini.
Nota come non c’è fondamentale differenza tra buone e cattive abitudini. Funzionano nello stesso modo.
La differenza tra buone e cattive abitudini sta nelle conseguenze a lungo termine delle azioni che compiamo d’abitudine.
Per esempio: ci sentiamo in ansia per qualcosa (questo è il trigger), allunghiamo la mano e mangiamo delle patatine (questa è la reazione), le patatine ci fanno sentire momentaneamente meglio (piacere). Il nostro cervello capirà che per “risolvere” l’ansia deve mangiare delle patatine. Ecco che ogni volta che ci sentiremo in ansia in automatico mangeremo qualche schifezza.

Questa è una cattiva abitudine perché non solo le patatine non risolvono davvero il problema che ci causa ansia, dunque l’ansia tornerà dopo un breve periodo di tempo, ma se esageriamo danneggeremo la nostra salute, aggiungendo un ulteriore motivo d’ansia.
E allora perché continuiamo a mangiare patatine?
Sappiamo che non dovremmo mangiare quella patatina. Però allunghiamo la mano ogni volta. Per poi sentirci male e in colpa. Com’è possibile?
Accade perché per il nostro cervello mangiare la patatina è una questione importante: se non la mangiamo saremo divorati dall’ansia!
Non ha senso, ma il nostro cervello primitivo non è sofisticato come la mente razionale. Il suo compito è di farti sopravvivere e farà tutto ciò che è in suo potere per riuscirci. Se, anche inconsapevolmente, gli hai insegnato che la soluzione all’ansia è mangiare patatine, questo è ciò che farà con ostinata determinazione.
È inutile cercare di risolvere le cattive abitudini forzandosi a ignorare il trigger. È uno sforzo che porta a un successo solo momentaneo perché stare lontano dalle patatine quando siamo in ansia aumenterà ulteriormente la nostra ansia, in un effetto a catena che non cesserà finché non cederemo e mangeremo le benedette patatine, rinforzando ulteriormente nel nostro cervello l’idea che mangiare patatine è proprio la cosa giusta da fare.
Elimina le cattive abitudini
Se ti incolpi e ti punisci perché hai ceduto a una cattiva abitudine, smettila.
Il tuo cervello antico, poveretto, sta solo cercando di salvarti nell’unico modo che sa. Insegnagli piuttosto un modo migliore per aiutarti.
Per risolvere una cattiva abitudine bisogna sostituire la reazione. Stesso trigger, reazione diversa. Mi sento in ansia? Mi metto le scarpe da jogging e vado a correre per dieci minuti.
All’inizio sarà difficile, perché il tuo cervello antico farà resistenza e dovrai fare uno sforzo intellettivo consapevole per cambiare. Ma dopo un po’ il cervello antico abbraccerà la nuova buona abitudine, che diventerà facile e automatica quanto la vecchia cattiva abitudine.
Presto sentiremo il bisogno di fare attività fisica ogni volta che ci sentiamo in ansia. Forse non risolveremo la causa principale della nostra ansia, ma non ci sentiremo in colpa, saremo in forma e, dopo aver sfogato le nostre ansie, saremo più in grado di affrontare meglio i problemi.
Sul cambiare le abitudini, consiglio la lettura di “Il potere delle abitudini” di Charles Duhigg.
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