bias di conferma

Bias cognitivi – 10 ragioni per cui perdi negli investimenti

I bias cognitivi ti fanno prendere cattive decisioni e ti fanno perdere soldi negli investimenti. Per evitarli, devi conoscerli.

I bias cognitivi sono scorciatoie che finiscono nel nulla, semplificazioni eccessive o illusioni che ci portano ad essere troppo fiduciosi del nostro processo decisionale.

Anche se in questo articolo applicheremo questi meccanismi logici agli investimenti, in realtà valgono per qualunque sfera della vita.

Per investire con successo a lungo termine, è fondamentale comprendere e superare i comuni errori di ragionamento che spesso portano a decisioni sbagliate e ad errori.

I bias cognitivi sono “difetti di fabbrica”, sono trappole in cui il nostro cervello tende a cadere se non poniamo attenzione, e a cui siamo tutti suscettibili.

Comprendere i nostri bias cognitivi ci porta a un migliore processo decisionale, che è fondamentale non solo nella vita in generale, ma in particolare per ridurre il rischio degli investimenti e migliorare i rendimenti nel tempo.

1) Bias cognitivo di conferma: vedi solo quello che vuoi vedere

Il bias di conferma è la naturale tendenza umana ad enfatizzare informazioni che confermano le nostre idee e, al contrario, a ignorare o sminuire le informazioni che le contraddicono.

Tra tutti i bias cognitivi, il bias di conferma è una delle principali cause
di errore negli investimenti perché, avendo la falsa percezione di avere alte probabilità a favore, gli investitori diventano troppo sicuri di sé e non colgono le avvisaglie quando qualcosa va storto.

Per ridurre il rischio di bias di conferma bisogna sfidare lo status quo e cercare di proposito informazioni che metterebbero in discussione la nostra tesi di investimento. Devi sempre ribaltare la propria idea e cercare di trovarne le falle.

“La rapida distruzione delle vostre idee al momento giusto è una delle qualità più preziose che potete acquisire. Dovete sforzarvi di prendere in considerazione gli argomenti dalla parte opposta.” – Charlie Munger

Molti degli scienziati più importanti della storia avevano la capacità di superare il loro bias cognitivi e avere un punto di vista sempre nuovo.

2) Bias dell’informazione: rimanere ingannati dai dati

Questo bias cognitivo è dovuto alla tendenza a utilizzare un’informazione pertinente solo a parte del problema per comprendere l’intero problema.

La chiave per investire correttamente è saper “distinguere la foresta dagli alberi”, vale a dire non lasciarsi sviare da informazioni che non sono importanti, o non saranno importanti a lungo termine.

Gli investitori sono bombardati di informazioni inutili ogni giorno, dai giornali agli analisti, ed è difficile filtrarle le informazioni rilevanti.

Le persone finiscono per prendere decisioni sulla base di movimenti a breve termine che in realtà non hanno nulla a che vedere con i fondamentali dell’azienda e dell’industria in questione. A causa dei bias cognitivi le persone si fanno prendere dal panico o dall’eccitazione e a perdere grandi opportunità a causa di eventi che sul momento fanno molto rumore, ma sul lungo periodo sono irrilevanti.

Si prenderebbero decisioni migliori ignorando i movimenti giornalieri dei titoli e concentrandosi sulle prospettive a medio e lungo termine dell’investimento stesso, valutando il prezzo del titolo rispetto a tali prospettive.

3) Bias cognitivi di avversione alla perdita e “effetto dote”

L’avversione alla perdita è la tendenza a preferire la prevenzione di una perdita piuttosto che l’ottenimento di un guadagno. L’effetto dote è correlato all’avversione alla perdita e si verifica quando le persone attribuiscono un valore maggiore a un bene che possiedono già rispetto a un bene identico che non possiedono.

Questi tipi di bias cognitivi portano gli investitori a rifiutarsi di vendere quando un investimento è fallimentare e anzi raddoppiare la posta nella speranza di recuperare i loro soldi.

Il bias dell’avversione alle perdite rompe una delle regole cardine dell’economia: la misurazione del costo-opportunità. Per investire con successo devi misurare correttamente il costo-opportunità senza essere ancorato alle decisioni passate.

Warren Buffett ha suggerito che gli investitori otterrebbero risultati migliori se immaginassero di avere un limite di 20 investimenti possibili durante la loro vita. Questo limite costringerebbe le persone a riflettere molto attentamente su ogni investimento e porterebbe a decisioni più informate.

4) Bias cognitivi causati da incentivi – “Vado a comprare, c’è lo sconto!”

Di tutti i bias cognitivi questo è forse il più subdolo.

La forza di questo bias può portare un sistema alla follia. La crisi degli alloggi negli Stati Uniti che scatenò la recessione del 2008 è un classico caso di distorsione causata da incentivi.

bias cognitivi

I costruttori erano incentivati a costruire, i mediatori finanziari
erano incentivati a contrarre quanti più mutui possibili, le banche
d’investimento erano incentivate a pagare i mediatori finanziari per confezionare prestiti da vendere agli investitori, le
agenzie di rating erano incentivate a dare rating AAA ai titoli ipotecari per
generare commissioni e le banche erano incentivate ad acquistare questi titoli ipotecari in quanto richiedevano poco capitale e producevano enormi profitti. I bias cognitivi hanno ingannato un’intero sistema.

Niente seda la razionalità come l’idea di generare grandi quantità di denaro senza sforzo.” – Warren Buffett

Prima di prendere una decisione valuta quali comportamenti vengono incentivati dal sistema. Incentivi corretti incoraggiano decisioni volte al benessere a lungo termine.

5) Bias cognitivi della semplificazione: non sai ciò che non sai

Nel cercare di comprendere questioni complesse tendiamo alla semplificazione. Purtroppo, alcune cose sono intrinsecamente complesse, o includono margini di incertezza, che non si prestano a semplificazioni.

Alle volte i margini di incertezza sono così ampi che non è possibile fare alcuna affermazione certa, ma l’incertezza è qualcosa che la nostra mente rifugge e che scatena bias cognitivi.

L’eccessiva semplificazione, anziché rendere la realtà più comprensibile, finisce per distorcerla, mancando di descrivere dettagli importanti.

“Rendete le cose il più semplici possibile, ma non di più.” – Albert Einstein

La chiave per investire con successo è rimanere entro la propria “cerchia di competenze”, cioè investire in aree che, grazie alle nostre conoscenze approfondite, risultano più prevedibili grazie a una nostra maggiore tolleranza per la complessità. 

Se non riesci a comprendere la complessità di un’azienda o di un’industria, è meglio non investire, indipendentemente da quanto le argomentazioni possano apparire convincenti, perché l’ignoranza rinforza
i bias cognitivi.

6) Il bias cognitivo del “senno di poi”: sono tutti bravi a palla ferma

Il bias del “senno di poi” è la tendenza a vedere gli eventi passati positivi come eventi prevedibili e gli eventi passati negativi come non prevedibili.

Un investimento riuscito potrebbe essere dovuto alla tua abilità, o alla fortuna. Un investimento non riuscito potrebbe essere dovuto a un tuo errore, o alla sfortuna. Ma i nostri bias cognitivi ci portano a credere che quando le cose funzionano sia stato merito nostro e quando non funzionano sia stata sfortuna o qualcosa di esterno a noi.

Il bias cognitivo del “senno di poi” è uno stato d’animo pericoloso perché offusca la tua obiettività nel valutare le decisioni che hai fatto in passato e inibisce la tua capacità di imparare dai tuoi errori. È facile “riscrivere” cosa è successo con il senno di poi, ma quando prendiamo una decisione dobbiamo fare le nostre valutazioni con le informazioni a nostra disposizione in quel momento.

7) Bias cognitivi del gregge: pensare è difficile

Le persone tendono ad avere fiducia e ad accettare qualcosa semplicemente perché molte altre persone sono della stessa idea.

Per investire con successo, devi analizzare e pensare in modo indipendente, liberandoti il più possibile della mentalità di gruppo.
Le bolle speculative sono tipicamente il risultato del pensiero di gruppo e
della mentalità del gregge. La mente umana tende a trovare conforto nel fatto che altre persone stiano facendo la stessa cosa, ci rassicura, ci porta a credere di star facendo la cosa giusta anche quando invece non è così. La verità è che avremo ragione o torto perché la nostra analisi è giusta o sbagliata, non perché gli altri fanno quello che facciamo noi.

“Due strade divergevano in un bosco e io ho preso quella meno battuta, questo ha fatto la differenza.” – Robert Frost

Non devi per forza andare contro l’opinione più comune, perché potrebbe in effetti essere corretta (a volte c’è una buona ragione per cui tutti si comportano allo stesso modo), ma non devi aver paura di prendere la strada meno battuta.

8) Il bias cognitivo dell’autocontrollo: Avere dubbi è una buona cosa

Questi sono bias cognitivi che ci portano a sopravvalutare la nostra capacità di mostrare moderazione di fronte a una tentazione.

La maggior parte delle persone si lascia facilmente tentare: cibo e denaro sono le tentazioni più comuni alle quali non sappiamo resistere. È la ragione per cui le persone non si accontentano e vogliono sempre di più. Il problema per chi investe è come valutare il rischio legato a un investimento quando ci si convince di aver identificato un “sicuro vincitore“. Gli investimenti privi di qualunque rischio sono eccezionalmente rari e molte ipotesi di investimento sono sensibili a cambiamenti imprevisti, comprese fluttuazioni macroeconomiche.

Per superare la naturale tendenza ad investire sempre di più in
quelle che riteniamo essere i nostri “cavalli migliori” è una buona regola mettere un tetto alla percentuale del nostro portafoglio impegnata in ogni singolo investimento.

“Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione.” -Oscar Wilde

9) Bias di avversione al pensiero probabilistico: la matematica è difficile

La maggior parte delle persone sono inclini a semplificare eccessivamente e a dare valore assoluto alle loro stime. La realtà è che il risultato ipotizzato non ha mai probabilità dello 0% e mai probabilità del 100% di avverarsi.

Esiste sempre una curva di distribuzione dei risultati, ma i bias cognitivi portano a ignorare le probabilità e a saltare a conclusioni estreme. Le imprese più mature tendono a essere più stabili e facili da prevedere, ma imprese giovani o in forte crescita hanno variabilità notevoli che è facile interpretare erroneamente a causa dei bias cognitivi.

Nel cercare di prevedere il futuro è bene vedere i risultati in termini probabilistici e non assoluti.

Ad esempio, le persone tendono a sopravvalutare eventi a bassissima probabilità, i cosiddetti “cigni neri”. Questo tipo di evento può verificarsi, ma chi investe tende a sovracompensare quando invece questi eventi vengono naturalmente compensati da un portafoglio equilibrato.

“L’errore peggiore che si può commettere è quello di comprare o vendere azioni sulla base dei titoli sui giornali.” -Warren Buffett

10) Bias cognitivi dall’ancoraggio: ciò che viene prima è migliore

È la tendenza a fare troppo affidamento e ad “ancorarsi” a un riferimento passato o un’informazione preesistente quando si prende una decisione.

La nostra mente è influenzata da bias cognitivi che ci portano a giudicare eventi successivi a partire da “ciò che viene prima”, anche se i due eventi non sono correlati. La prima informazione funge da punto di riferimento per la mente, che si “aggancerà” a questo dato e lo userà come punto di riferimento.

Se un dato successivo contraddice il dato precedente a cui la mente si è ancorata, è probabile che il dato successivo verrà ritenuto erroneo perché in disaccordo con il primo. Solo un’analisi attenta e la consapevolezza di questo bias cognitivo permette di comprendere quale dei due dati è effettivamente corretto.

Negli investimenti, un ovvio ancoraggio è il recente prezzo delle azioni. Molte persone basano le loro decisioni di investimento sull’attuale prezzo rispetto al prezzo storico delle azioni. Il vero momento di comprare è quando la valutazione scende sotto il valore effettivo dell’azienda.

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